19.2.09

non lasciateci soli...

photo by Giorgia Dm (fonte facebook)

14.2.09

Acqua cheta...


Vivian Wu in The Pillow Book by Peter Greenaway (1996)

5.2.09

lotofagie...

...farei volentieri scorpacciate di fiori di loto anch'io pur di dimenticare quest'ultima parte della giornata!



I was hell
Sarcastic silver swell
That day it rained
Tough spun. Hard won. No
Ocean flower aquarium
Badlands. Give a hand
Honey dipt. Flim flam
Hey hey. Hey hey
That cat can walk like a big bad man

So happy to show us

I ate the lotus
Say haven't you noticed?
I ate the lotus

Storefront window, I reflect
Just last week I was merely heck
Tip the scale. I was hell
Picked me up, then I fell
Who's this stranger? Crowbar spine
Da, da, da, and I feel fine
Let it rain, rain, rain (rain)
Bring my happy back again

So happy to show us

I ate the lotus
Say haven't you noticed?
I ate the lotus
I ate the lotus

Let it rain, rain, rain (rain)
Save me from myself again
Wash away my ugly sins
Opposing thumb, dorsal fin
That monkey died for my grin
Bring my happy back again
Let it rain (rain), rain, rain (rain)
Bring my happy back again

So happy to show us

I ate the lotus
Say haven't you noticed?
I ate the lotus
I ate the lotus
I ate the lotus
I ate the lotus


...e ascoltando Lotus ho trovato in rete L'isola dei lotofagi: un blog interessante in cui ho scovato un'ottima meta per uno Sviaggio!
Si tratta di una deliziosa isoletta descritta anche su repubblica.it.



"Si chiama Pacific Trash Vortex. Ha un diametro di 2500 chilometri
ed è profonda 30 metri. Il suo peso ha raggiunto 3,5 milioni di tonnellate
Nel Pacifico l'Isola della spazzatura
per l'80% formata di plastica
Come un deserto oceanico, dove la vita è ridotta
solamente a pochi grandi mammiferi o pesci"

di LUIGI BIGNAMI

LO CHIAMANO Pacific Trash Vortex, il vortice di spazzatura dell'Oceano Pacifico, ha un diametro di circa 2500 chilometri è profondo 30 metri ed è composto per l'80% da plastica e il resto da altri rifiuti che giungono da ogni dove. "E' come se fosse un'immensa isola nel mezzo dell'Oceano Pacifico composta da spazzatura anziché rocce. Nelle ultime settimane la densità di tale materiale ha raggiunto un tale valore che il peso complessiva di questa "isola" di rifiuti raggiunge i 3,5 milioni di tonnellate", spiega Chris Parry del California Coastal Commission di San Francisco, che è da poco tornato da un sopralluogo.

Questa incredibile e poco conosciuta discarica si è formata a partire dagli anni Cinquanta, in seguito all'esistenza della North Pacific Subtropical Gyre, una lenta corrente oceanica che si muove in senso orario a spirale, prodotta da un sistema di correnti ad alta pressione. L'area è una specie di deserto oceanico, dove la vita è ridotta solo a pochi grandi mammiferi o pesci.

Per la mancanza di vita questa superficie oceanica è pochissimo frequentata da pescherecci e assai raramente è attraversata anche da altre imbarcazioni. Ed è per questo che è poco conosciuta ai più. Ma proprio a causa di quel vortice l'area si è riempita di plastica al punto da essere considerata una vera e propria isola galleggiante. Il materiale poi, talvolta, finisce al di fuori di tale vortice per terminare la propria vita su alcune spiagge delle Isole Hawaii o addirittura su quelle della California.

In alcuni casi la quantità di plastica che si arena su tali spiagge è tale che si rende necessario un intervento per ripulirle, in quanto si formano veri e propri strati spessi anche 3 metri. La maggior parte della plastica giunge dai continenti, circa l'80%, solo il resto proviene da navi private o commerciali e da navi pescherecce.

Nel mondo vengono prodotti circa 100 miliardi di chilogrammi all'anno di plastica, dei quali, grosso modo, il 10% finisce in mare. Il 70% di questa plastica poi, finirà sul fondo degli oceani danneggiando la vita dei fondali. Il resto continua a galleggiare.

La maggior parte di questa plastica è poco biodegradabile e finisce per sminuzzarsi in particelle piccolissime che poi finiscono nello stomaco di molti animali marini portandoli alla loro morte. Quella che rimane si decomporrà solo tra centinaia di anni, provocando da qui ad allora danni alla vita marina.
(29 ottobre 2007)
Fonte: repubblica.it

by Cat

3.2.09

Torcia, bussola e pranzo al sacco...Up in the jungle!


Up in the jungle
photo by matbas


Torcia, bussola e pranzo al sacco
Quando uscite per la prima volta dalla metropolitana di Londra e vi trovate su Oxford street, come fate a capire da che parte andare?

Internazionale 778, 15 gennaio 2009


Torcia. Una pila tascabile in viaggio fa sempre comodo: per orientarsi al buio, leggere di notte, trovare il bagno o esplorare i canali lavici alle Hawaii. Per anni ho raccomandato la Mini Maglite, ma l'arrivo dei led ha rivoluzionato il mercato. Io uso una torcia che emette un raggio compatto, con quattro livelli di illuminazione. Se necessario lancia un sos lampeggiante in codice Morse. Evitate i modelli che hanno un interruttore on/off senza sicura: potrebbero accendersi per sbaglio e scaricare completamente le pile. Portare la torcia in testa, usando una fascia elastica, è un modo per avere le mani sempre libere.

Bussola. Uno strumento fondamentale per orientarsi nei labirinti urbani. Altrimenti, quando uscite per la prima volta dalla metropolitana di Londra e vi trovate su Oxford street, come fate a capire da che parte andare?

Cucchiaio e forchetta. Per ridurre le spese fate un picnic al parco. Vi serviranno dei piattini (i coperchi di plastica dei barattoli di caffè sono perfetti) e delle posate. Non sono un grande appassionato dello spork, metà cucchiaio (spoon) e metà forchetta (fork): trovo che sia una forchetta troppo corta con un cucchiaio che lascia colare i liquidi. Ma il modello progettato dal designer scandinavo Joachim Nordwall è interessante: cucchiaio e forchetta si trovano ciascuno a un'estremità, ed è solido, leggero ed economico.

Coltello multiuso, forbici. L'espressione "coltellino svizzero" fa ormai parte del linguaggio comune. Ma negli ultimi anni è arrivato il Leatherman
: un comodo coltello che in più ha un paio di pinze. Se portate gli occhiali, assicuratevi che il vostro coltellino abbia un cacciavite per stringere le viti. E procuratevi un paio di forbici pieghevoli. Ma state attenti: potrebbero non passare i controlli all'aeroporto.

DOUG DYMENT

È l'autore di onebag.com, un sito sull'arte di viaggiare leggeri e con un solo bagaglio a mano.



Oxford Street
Famosa via commerciale di Londra, generalmente considerata come la più lunga al mondo.
Parte da Marble Arch al Nord-est di Hyde Park, attraversa Oxford Circus fino al St Giles'Circus all'intersezione con Charing Cross Road e Tottenham Court Road.

La strada diventa in seguito New Oxford Street quindi giunge in High Holborn.
Ad ovest, Oxford Street diventa Bayswater Road.
Incrocia altre importanti vie di Londra tra cui Park Lane, New Bond Street e Regent Street.
In questa via una statua dell'ammiraglio Nelson fa sfoggio di sè.


by Cat

il colore del vento...

Quando mi chiese: "Conosci l'estate?"
io per un giorno per un momento, corsi a vedere il colore del vento
Il sogno di Maria da La buona novella
Fabrizio de André

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